A maggio ho potuto partecipare come relatrice a ComTecnica, conferenza internazionale sulla comunicazione e redazione tecnica. Il mio intervento riguardava la centralità dell’utente nella traduzione e redazione tecnica e l’accessibilità. Ecco in breve il mio contributo.
Treccani ci dice che Inclusività è la capacità di includere, in particolare che è la capacità di includere più soggetti possibili nel godimento di un diritto. È una tendenza ad essere accoglienti e a non discriminare, contrastando l’intolleranza prodotta da giudizi, pregiudizi, razzismi e stereotipi.
Testi inclusivi: dipendono dalle caratteristiche del lettore
Quante volte i nostri testi sono accessibili e inclusivi? Come già ho scritto riguardo all’inclusività in campo medico, l’inclusività non è solo quella di genere ma ha molte facce. Nei testi tecnici, il fatto che un testo sia accessibile e inclusivo dipende da molti aspetti, tutti basati sulle caratteristiche del lettore. Dipende dal grado di scolarità e di istruzione del lettore: diverso è progettare un testo che chiunque può leggere e capire, altro è scrivere un documento per gli addetti ai lavori. Un altro aspetto da tenere conto sono le conoscenze linguistiche di chi ci legge: parla e comprende bene la nostra lingua? È straniero? Ha difficoltà di apprendimento?
Lo scopo del documento in genere ci indirizza verso il nostro lettore. Qual è il suo grado di conoscenza della materia? Sto progettando un manuale per medici per far funzionare un’apparecchiatura per la risonanza magnetica oppure le istruzioni per l’uso della caldaia per personale non esperto? È evidente che le informazioni da inserire nel testo saranno diverse nei due casi, soprattutto per il grado di dettaglio che adotteremo.
Chi ci legge ha disabilità fisiche o cognitive? Ha necessità di un font apposito o di un tablet per fruire del documento? Con il braccio rotto può scorrere facilmente il manuale cartaceo? Non dimentichiamoci che le disabilità possono anche essere temporanee (un braccio rotto appunto, o un calo della vista). E infine ci sono le differenze di genere. I nostri documenti devono evitare gli stereotipi e i pregiudizi di genere. Perché mi rivolgo al “caro cliente” nel libretto di istruzioni di un’automobile?
Documenti accessibili: il lettore al centro
Come ben è scritto nel libro Scrivi e lascia vivere, senza accessibilità non c’è inclusività. Come fare allora a rendere accessibili i nostri documenti? Mettendo il lettore al centro. Progettando il nostro documento intorno a chi lo dovrà leggere, fruire, capire. Dal tipo di lettore dipendono le informazioni da fornire, il formato del documento, lo stile, il registro e la terminologia da utilizzare, l’uso di font e colori per migliorare la visibilità del nostro messaggio.
Le stesse norme relative alla comunicazione tecnica ci dicono che è necessario garantire al lettore di poter usufruire facilmente delle informazioni, di utilizzare uno stile e un vocabolario commisurati al gruppo di destinazione. O ancora che le informazioni per l’uso di un prodotto devono fornire le informazioni necessarie per il pubblico di destinazione, perché possa fare un uso sicuro, efficace ed efficiente del prodotto.
Testi mal scritti: i problemi per i traduttori
Da un punto di vista dei traduttori, poi, un testo scritto male causa numerosi problemi a chi deve tradurre ma anche al cliente finale. Ci saranno problemi di fraintendimento, quindi magari la richiesta di spiegazioni e conferme al cliente (con perdita di tempo da entrambe le parti). Sarà più difficile usare gli strumenti di traduzione assistita perché anche testi standardizzati avranno frasi contorte e difficilmente riutilizzabili. Questo comporterà tempi più lunghi di lavorazione e costi più alti. Può esserci l’eventualità che alcune traduzioni siano sbagliate perché il testo era ambiguo.
Scarsa leggibilità = frustrazione e abbandono del testo
Nel mio intervento ho mostrato vari esempi di testi destinati a un pubblico ampio, variegato e con scarse conoscenze della materia. Analizzando in modo grossolano questi testi con il software Corrige.it, si nota come spesso i testi abbiano una leggibilità bassa e siano usufruibili solo da persone con un grado di istruzione superiore.
Quando un testo è leggibile con difficoltà, con frustrazione, chi legge è tentato di abbandonarlo. A volte può farlo, altre volte è indispensabile che il testo venga letto, pensiamo alle istruzioni di sicurezza. Tra questi testi c’erano consigli per il risparmio idrico, istruzioni per svolgere lo smart working in sicurezza, istruzioni di sicurezza per i visitatori di un sito industriale e il famigerato foglio illustrativo, che tutti noi abbiamo letto almeno una volta nella vita…senza capirlo.
Le soluzioni possibili
Una delle soluzioni possibili è l’uso di linguaggi controllati come il Simplified Technical English o l’Italiano Tecnico Semplificato, che permettono di ottenere testi chiari e comprensibili anche a chi non ha una padronanza completa della lingua per molti motivi. Vari settori vanno in questa direzione, in particolare le istituzioni che cercano di abolire il linguaggio burocratico e di avvicinarsi ai cittadini, ma anche il settore bancario e delle assicurazioni. Se ne è parlato anche nella conferenza Clear Writing for Europe che si è tenuta qualche settimana fa.
Dobbiamo allenarci a scrivere pensando al lettore, girando le frasi o spezzettandole dove necessario per rendere i testi più semplici da leggere e più inclusivi. Dobbiamo usare la tecnologia, le tecnologie di cui disponiamo a nostro vantaggio.
Come scrive Sheri Byrne-Haber, esperta di inclusività e accessibilità, non è la tecnologia che rende difficile l’accessibilità, sono coloro che se ne fregano.