Non piove. Non piove più. Nel mio angolino di Piemonte le piogge sono sempre più scarse e rare. I termini meteo sono anticiclone, stabilità atmosferica e altri sinonimi, ma il succo è quello: di pioggia nemmeno una goccia. Fiumi e torrenti ridotti a rigagnoli, laghi sempre meno profondi, un Po surreale a Torino, che sembra uno stagno coperto di muffa.
È il cambiamento climatico, certo, gli scettici dicono di no, ma il risultato non cambia.
Così le comunità in montagna cominciano a ricorrere alle autobotti per avere l’acqua potabile, scene che quando ero bambina si vedevano in Sicilia durante l’estate. Così i pascoli sono sempre più scarsi e scarni, bestie e allevatori soffrono. Così gli agricoltori stanno cercando di capire se e come seminare le colture tipiche – riso, mais, grano – senza lavorare (troppo) in perdita.
E intanto c’è chi continua a opporsi alla costruzione di invasi vantando bellezze locali inesistenti (fuori dalle polemiche, ci sono casi in cui la costruzione di un invaso, secondo gli studi già effettuati, non deturperebbe un bel niente). C’è chi continua a “rubare” l’acqua potabile per lavarsi la macchina, bagnare le piante, il prato che altrimenti non è più verde come un campo da golf.
E c’è chi compra auto sempre più potenti, distrugge i fiori per le api rasando l’erba una volta a settimana, tiene riscaldamento e aria condizionata a livelli assurdi “perché fa freddo, altro che riscaldamento climatico”, “perché fa un caldo insopportabile”, salvo poi fare viaggi aerei di ore per raggiungere le mete più calde.
C’è chi soffre, come sempre, e c’è chi continua a fare la propria vita di sempre, senza scartare di un millimetro, senza cercare di modificare piccole abitudini quotidiane. Perché dovrei cambiare io? È colpa dei politici/dello Stato/degli attivisti/dei produttori di petrolio/… continuate voi.
E ci sono dati allucinanti, che continuano a rimanere tali mentre lo slogan “non ci sono soldi” viene ripetuto da tutti.
La dispersione dell’acqua potabile lungo la rete di distribuzione raggiunge percentuali impressionanti: una media del 45% sul territorio nazionale, con punte vicino al 90%. Infrastrutture vecchie, rovinate, che sprecano un bene che diventa sempre più raro.
In altre parti di Italia e del mondo invece piove troppo. Alluvioni, frane, disastri, morti, feriti, danni. Anche in questo caso è il cambiamento climatico. Anche in questo caso ci sono gli scettici, c’è chi continua a fare finta di nulla, c’è chi continua a dare la colpa a qualcun altro o a qualcos’altro.
La vita è nata nell’acqua.
Le civiltà più fiorenti della storia sono nate lungo i corsi d’acqua.
L’industrializzazione è nata anche grazie all’uso dell’acqua.
Viviamo ed esistiamo grazie all’acqua.
Oggi è la giornata mondiale dell’acqua.
Riflettiamo sul fatto che siamo vivi grazie all’acqua ma moriremo per l’acqua.
Per troppa acqua o per troppo poca acqua.