Caso studio: un grosso progetto di traduzione e una data di consegna lontana

Un grosso progetto di traduzione: il desiderio inconfessato di ogni traduttore, che finalmente può dedicarsi per un po’ ad un solo lavoro, senza dover incastrare consegne e documenti. A me è arrivato a settembre 2021: una serie di documenti tecnici molto lunghi da tradurre in tre mesi (non posso essere più specifica per accordi di non divulgazione).
Dopo i festeggiamenti iniziali però, il lato pratico e operativo ha preso il sopravvento e dai coriandoli sono spuntate anche le difficoltà che un progetto del genere porta con sé necessariamente.

Già, perché lavorare su un grosso volume di parole e con un margine di tempo relativamente lungo può essere rischioso per tutta una serie di motivi pratici. Ti racconto quali sono e come li ho gestiti.

1. Altri lavori in corso

In genere, quando arriva una richiesta per una nuova traduzione, ho già altri progetti in corso, a volte con consegne ravvicinate, in altri casi con consegne dilazionate. Inoltre, quando è arrivata la richiesta per questa traduzione avevo in programma anche dei corsi di formazione con date fisse e impegni lavorativi con cadenza settimanale.
Naturalmente gli impegni presi in precedenza vanno rispettati, così come le date di consegna e la disponibilità per eventi già fissati. Il problema principale era quindi riuscire a gestire tutti i vari incarichi e inoltre integrarli con le incombenze extra-lavorative (e magari riuscire a ritagliarsi un minimo di vita privata).

2. Gestire i clienti esistenti

Un altro potenziale problema riguarda la disponibilità verso gli altri clienti esistenti. Difficilmente possiamo “abbandonare” i clienti che già ci mandano lavoro regolarmente sparendo, nel mio caso, per tre mesi. Certo, possiamo spiegare la situazione e magari scegliere di non accettare lavori particolarmente lunghi o con scadenze troppo ravvicinate, ma di certo sarebbe meglio garantire una certa presenza.
Senza contare che nello stesso periodo potrebbero arrivare nuovi clienti e/o progetti interessanti a cui è davvero difficile dire di no.

3. Suddividere correttamente il lavoro

Avere davanti una scadenza piuttosto lunga (rispetto alla media solita) può provocarci due sentimenti opposti. Chi è più ansioso si butterà a capofitto nel lavoro per paura di non terminare in tempo, imponendosi ritmi massacranti e trascurando necessariamente altri progetti, altri clienti e la vita privata. Una situazione gestibile per qualche giorno, di sicuro non per settimane.

Qualcuno invece, rilassato dalla data di consegna che vede piuttosto lontana, può decidere di rimandare l’inizio della traduzione o di occuparsi prima di altri lavori con scadenze più ravvicinate. Il rischio è di arrivare alla data di consegna finale senza aver terminato la traduzione. Capite da soli quali sono le conseguenze.

4. Mantenere un dialogo con il cliente

Infine, mi sembra professionale tenere aggiornato il cliente sull’andamento della traduzione. Non è necessario un resoconto giornaliero sul numero di parole tradotte, ci mancherebbe, ma non è nemmeno troppo corretto non farsi sentire per lungo tempo e magari informare di un possibile ritardo a pochi giorni dalla scadenza definitiva.
L’assegnazione di un lavoro molto lungo è spesso un atto di fiducia da parte del cliente, inoltre le tempistiche sono spesso dettate da situazioni indipendenti dalla volontà di chi ci assegna l’incarico. La traduzione può servire per mettere in piedi un nuovo software, immettere sul mercato un nuovo strumento, o per altre attività programmate da molto tempo e che non possono essere posticipate.

Cosa ho fatto io: programmazione

Innanzitutto, non ho accettato immediatamente la traduzione a cuor leggero, pensando solo al conto corrente che veniva rimpinguato. Ho valutato se sarei stata in grado di portare a termine il lavoro nei tempi previsti, senza trascurare impegni già presi, lavori in corso, eventuali richieste degli altri clienti e nemmeno la famiglia.
Dopo avere accettato, ho speso un giorno per la programmazione attenta del numero di parole da tradurre ogni giorno, in modo da tenere conto di tutti i fattori in gioco. Ho “banalmente” diviso il numero di parole da tradurre per il numero di giornate lavorative ancora disponibili, tenendo conto degli impegni già fissati, delle scadenze previste e dei lavori in corso.
Ho tenuto alcuni giorni per la rilettura finale e eventuali correzioni in corso d’opera e anche per eventuali imprevisti (figli in DAD, un lavoro interessante all’ultimo minuto, il PC che fa le bizze vi dicono qualcosa?).
Infine, ho comunque cercato di non avere un numero di parole troppo elevato da tradurre ogni giorno, perché nel caso era inevitabile non rispettare i programmi fin da subito.
Davanti a un incarico di questo tipo, impiegare una giornata per preparare la lista delle cose da fare può sembrare una perdita di tempo. Invece è cruciale per muoversi correttamente nelle fasi successive.

Tenere informato il cliente

Quando ho avuto le idee chiare sulla programmazione dei tre mesi successivi ho inviato al cliente una tabella di marcia. Il cliente non aveva richieste particolari a livello di programmi e, soprattutto, mi aveva pagato in anticipo, contribuendo ad aumentare la paura di non riuscire a portare a termine il lavoro in tempo e la responsabilità di un eventuale ritardo.
Poiché il progetto era costituito da più documenti, ho proposto al cliente delle consegne scaglionate dei vari testi. In questo modo non lo tenevo sulle spine per tre mesi, ma dimostravo che il lavoro stava andando avanti. Inoltre, con delle verifiche parziali e periodiche, in caso di errori o parti da modificare c’era il tempo per farlo man mano e soprattutto per correggere il tiro nei documenti ancora da tradurre.
Questo approccio ha permesso anche a me di avere delle scadenze intermedie più ravvicinate e di non rilassarmi troppo con il rischio di arrivare in ritardo.

Certo, una volta che il programma è stato preparato e accettato, il difficile è stato rispettarlo. La stanchezza, un imprevisto, a volte semplicemente la mancanza di concentrazione, hanno fatto sì che alcune volte non ho rispettato il programma del giorno. In questi casi ho recuperato in momenti che inizialmente avevo dedicato ad altre attività riprogrammabili (e a volte sacrificando il weekend).

Il progetto è stato consegnato in tempo e il cliente è rimasto soddisfatto del lavoro e anche del contatto continuativo per la durata della traduzione.
Si trattava di un lavoro molto interessante, ma soprattutto è stato utile per imparare a gestire una mole di lavoro molto grande, in un tempo definito, ma lontano, con tutti i problemi e i rischi annessi.

 

E a te collega, è mai capitata una situazione analoga? Cosa hai fatto? Come hai organizzato il lavoro?

Se invece mi stai leggendo per capire se affidarmi con serenità un lavoro lungo da tradurre, spero di averti fatto capire che un traduttore professionista (e professionale) lavora in modo organizzato e affidabile, anche quando non ha il cosiddetto “fiato sul collo” imposto spesso da scadenze molto ravvicinate.
La traduzione di un progetto non si ferma al semplice atto di trasporre le parole da una lingua all’altra, ma prevede una serie di riflessioni e attente programmazioni. In questo modo, il cliente riceve nei tempi il suo testo tradotto e il traduttore non lavora in esclusiva per una sola azienda rischiando di trascurare gli altri clienti.